Quando studiavo PR dovevo spiegare che erano le PR serie, non Pranzi e Ricevimenti. Quando ho iniziato a lavorare con Internet era necessario precisare che virtuale non vuol dire finto, ma digitalizzato. E poi le community, che non sono software, ma gruppi di persone.
E i contenuti, che non sono testi, ma i contenuti tutti, quindi anche foto, schizzi, video, impronte digitali, cuori su mappe, azioni, attenzioni. E Twitter che non è un social network, ma microblogging. E da un paio d’anni lo storytelling, che non è raccontare storie, ma fare user experience design creando un campo di forza che assomiglia molto ai mondi narrativi, mondi da cui non vuoi uscire.
Una vita a dire che sì, ma no. Che è così, ma non proprio. Che lo faccio, ma non è quello che credi. Sono stanchina, spariglio un po’.
[…] in un mondo appositamente realizzato” come sostiene Andrea Fontana. Oppure, come chiarisce Mafe de Baggis, “fare user experience design creando un campo di forza che assomiglia molto ai mondi narrativi, […]