Appunti per vivere meglio in bici

Siamo molti di più in bici, il che è molto bello ma, a tratti, un po' rischioso e in modo diverso da prima. Questo è il decalogo che cercherò di rispettare.

A giugno, dopo un bel pranzo all’aperto, chiacchieravo con un amico mentre andavamo insieme verso la libreria dove avevo appuntamento con un cliente. Eravamo allegri e forse un po’ distratti e, all’improvviso, una frenata, urla, un gran spavento ma per fortuna tutto bene: avevamo quasi investito una ciclista che stava uscendo da un passo carrabile altrettanto allegramente di noi.  Normale amministrazione? Fino a un certo punto, perché eravamo in bici anche noi.

Mi capita sempre più spesso, sia per strada sia sulle ciclabili: siamo molti di più in bici, il che è molto bello ma, a tratti, un po’ rischioso e in modo diverso da prima. Sono fortunata perché i miei percorsi abituali sono adesso in gran parte su piste ciclabili (di vario tipo), ma anche per questo comincio a temere un momento in cui anche noi diventeremo traffico (ciclabile) e fonte di pericolo in sé.

Quattro anni fa scrissi ai candidati sindaci i miei desideri per una città ciclabile e andò abbastanza bene, sia perché Pisapia vinse le elezioni sia perché la Milano che desideravo oggi è un po’ più vera. Adesso mi sento di rivolgermi a tutti noi che sogniamo una città senza auto private, da ciclista (indisciplinata) a ciclista (ma anche pedone, insomma, cittadino). Questo è il mio impegno nei confronti degli altri abitanti della città, perché prima di aspettarmi qualcosa dagli altri (automobilisti, pedoni, amministratori) inizio io.

  1. i francesi dicono “partager la rue”, il mio istruttore di scuola guida diceva “prima di tutto evitate l’incidente”: nel dubbio è il principio che applico, non mi interessa se gli altri non lo fanno
  2. vado sul marciapiede solo se necessario per la mia sicurezza e se non ho un’alternativa (il che vuol dire che di solito i marciapiedi su cui pedalo sono deserti, per esempio sulle circonvallazioni quando qualcuno occupa la ciclabile); quando sono sul marciapiede però so di essere un ospite, certo non scampanello e non faccio pressione ai pedoni, a cui lascio sempre la strada (con un sorriso e un saluto, che spesso viene ricambiato)
  3. visto che ogni tanto invado il marciapiede non urlo contro i pedoni che invadono le piste ciclabili; la soluzione che a Milano vedo funzionare meglio è quella di Via Pallavicino, con il marciapiede condiviso (senza riga per terra)
  4. vado contromano solo in strade abbastanza larghe per farlo e solo se necessario; se arriva una macchina in senso opposto mi fermo per farla passare senza che debba preoccuparsi per me
  5. su una pista ciclabile vado abbastanza veloce da non bloccare tutti quelli dietro, ma non cerco neanche di battere il record dell’ora
  6. le frecce per terra che indicano i sensi di marcia sulle piste ciclabili non sono una decorazione
  7. non sempre rispetto i semafori, ma quelli per le biciclette sì; non sempre rispetto le precedenze, ma impariamo a guardare se arriva qualcuno anche su una pista ciclabile (o vogliamo proprio aspettare il primo incidente grave?)
  8. al buio cerco di rendermi il più visibile possibile (non tutti gli automobilisti apprezzano l’idea di uccidere un ciclista)
  9. se vai in bici da maleducato rovini la strada anche a me e io ti schifo
  10. se un veicolo abusa di una pista ciclabile o del marciapiede su cui corro o cammino faccio piccoli dispetti (mai danni però): alzo i tergicristalli, chiudo (o apro) gli specchietti, appiccico un post it, faccio le boccacce al guidatore

Mi piacerebbe poter aggiornare presto questo decalogo eliminando il punto 2 (perché non avrò più bisogno di rifugiarmi sul marciapiede) e il punto 4 (perché avranno finalmente approvato e realizzato i sensi unici eccetto bici).

(Per motivi che immagino comprenderete risponderò solo a commenti costruttivi; prima di insultarmi fatevi un giro in bici)

C'è Un commento

  1. I piccoli dispetti…li faccio anch’io. Alle auto parcheggiate o anche solo in sosta sulle piste ciclabili, che mi costringono a pericolosi “zig zag” dentro e fuori la corsia auto, appiccico un chewingum masticato sotto la maniglia. Così quando va ad aprire l’auto un disagio ce l’ha anche lui – sebbene non pericoloso per la sua incolumità, a differenza del mio disagio di ciclista.
    PS l’anno scorso durante la settimana della moda, in via senato il traffico era intenso e sulla ciclabile erano parcheggiate tutte le auto con i “driver” di chi era alle sfilate. C’erano i vigili a cercare di dirigere il traffico, congestionato ANCHE a causa delle auto ferme a cavolo. Mi sono fermata e ho chiesto perchè non le facessero spostare, non potevano stare lì. Mi hanno invitato a “circolare” dicendo che non potevano certo occuparsi di quello, visto il traffico che c’era… Milano uguale per tutti, ma alcuni più uguali degli altri? troppo faticoso per i diversi ospiti fare tre passi a piedi fino al portone? (c’era una via semideserta poco più avanti…)

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