La verità rubata

Convinti come siamo di vivere nell'epoca della grande manipolazione e che le fake news siano state inventate ieri, ecco, un passo indietro, tra cinegiornali, disinformatja e propaganda può aiutarci a capire che oggi forse sappiamo troppo, che sicuramente facciamo fatica a districarci nel flusso continuo di notizie, che è cosa buona e giusta farsi mille domande e fare mille distinguo, ma se in Russia ci fosse ancora la possibilità di usare i social media la versione riveduta e corretta dei fatti trasmessa ogni giorno sarebbe ancora più in difficoltà. 

Sto leggendo un libro dolorosissimo, per merito di Valerio Fiandra, grande spacciatore di capolavori che fanno male. L’autrice è Francesca Melandri, che mi aveva già colpita e affondata con Eva dorme. Dopo avermi tolto quasi tutte le illusioni su come sono andate le cose tra noi italiani e il Tirolo del Sud, va molto più a Sud, in Etiopia, e mi strofina il muso su quello che i nostri (bis)nonni hanno fatto laggiù. Qualcosina credevo di sapere, ma davvero non sapevo nulla. Il libro si chiama Sangue Giusto e te lo consiglio come una medicina. Prendine una dose ogni volta che credi di vivere nel peggiore dei tempi possibili e che, in passato, eravamo brava gente. Che viene da ridere a scriverlo, eppure io sono circondata dai #doveandremoafinire, mentre dovremmo chiederci #quandousciremodadovesiamofiniti (e anche #cisiamofiniti o #cisiamosemprestati?).

Scavando bene trovo in questa storia tremenda e grottesca un po’ di luci per illuminare il presente. Non sapevo nulla, dicevo. Convinti come siamo di vivere nell’epoca della grande manipolazione e che le fake news siano state inventate ieri, ecco, un passo indietro, tra cinegiornali, disinformatja e propaganda può aiutarci a capire che oggi forse sappiamo troppo, che sicuramente facciamo fatica a districarci nel flusso continuo di notizie, che è cosa buona e giusta farsi mille domande e fare mille distinguo, ma se in Russia ci fosse ancora la possibilità di usare i social media la versione riveduta e corretta dei fatti trasmessa ogni giorno sarebbe ancora più in difficoltà.

Usciamo dalla cronaca, dalla storia, dalla memoria e facciamo un giretto nella fiction. Suspicion, serie AppleTv, di quelle che guardi perché vuoi sapere come va a finire. Ecco, per fortuna, perché l’ultima puntata è una summa di quello che abbiamo fatto alla ricerca scientifica trent’anni fa e del perché. Se davvero ancora pensi che la fiducia nella scienza sia stata minata a colpi di TikTok, se davvero pensi, in altri termini, che arrivi dal basso, dal passaparola, dalla stupidità delle folle, prova a guardare davvero indietro, magari con le parole di Uma Thurman. Anche Suspicion, però, dimentica la puntata precedente: il collegamento tra le teorie che si confermano da sole sulla Superiorità della Razza, i #Novax e Putin che cerca di fare comunella con JK Rowling biasimando la cancel culture è nascosto sotto i nostri occhi, perché non lo vogliamo vedere. La scorsa settimana ti dicevo guardati in giro, oggi ti dico di osservare meglio quello che pensi di conoscere. Magari partendo da una stranezza visibile solo agli addetti ai lavori: un presidente degli Stati Uniti che parla a braccio, dicendo le “nine unscripted words” che tutti pensiamo. For God’s sake, this man cannot remain in power.

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